Agricola Punica
Agricola Punica è uno dei più progetti enologici più avvincenti e di successo sviluppatosi nel nuovo millennio in Sardegna. Nato da un sogno di Giacomo Tachis, si è da subito distinta per la sua personalissima reinterpretazione del principale vitigno del Sulcis Iglesiente, il carignano, riletto alla luce del gusto moderno e grazie al connubio con le principali cultivar a bacca rossa francesi, prime fra tutte il cabernet sauvignon ed il merlot.
Agricola Punica è una delle più importanti realtà enologiche nate all’alba del nuovo millennio in terra di Sardegna, voluta in primis da quell’immensa personalità del mondo del vino che è stata Giacomo Tachis, e sviluppatasi come join-venture costituita, oltre che dallo stesso Tachis, da Sebastiano Rosa – enologo della Tenuta San Guido – dalla Cantina Sociale di Santadi e dal suo presidente Antonello Pilloni e dai Marchesi Incisa della Rocchetta.
Forse non è avventato intravvedere le prime radici di questo progetto nel lontano 1984, allor quando Giacomo Tachis, padre del Sassicaia e di tanti altri capolavori enologici, fu incaricato dalla Cantina Sociale di Santadi di creare una nuova etichetta, un Carignano del Sulcis DOC di struttura e nobiltà superiore a tutto quanto prodotto sino ad allora: nasceva così il Terre Brune, declamato dalla cantina stessa come il “primo vino rosso barricato in Sardegna“. Contemporaneamente, sorgeva l’interesse da parte di Giacomino Mescolavino – come affettuosamente lo ribattezzò Daniele Cernilli – per la Sardegna ed in particolar modo per il territorio del Sulcis Iglesiente, così legato a questo suo vitigno, il carignano, capace di regalare vini così strutturati e morbidi, di grande personalità e capacità evolutiva. Interesse che lentamente evolse in amore, in una lunga ed appassionata vicenda che trovò tra i momenti più salienti il 1988, anno in cui fu incaricato dalla cantina Argiolas di realizzare l’etichetta di punta, il Turriga, blend di uve autoctone a bacca rossa e lunga maturazione in pregiate barrique sullo stile dei grandi rossi bordolesi, destinato ben presto a divenire la punta di diamante della produzione enologica sarda.
E nel 2002, finalmente, si giunse all’acquisto di centosessanta ettari di territorio, divisi tra le due tenute di Narcao e di Barrua, contraddistinte da terreni molto profondi e sassosi, con una buona presenza di argilla, baciate da invenri miti e da estati calde ed asciutte. Una grande luminosità contraddistingue le giornate sulcitane: questa caratteristica consente il raggiungimento di una maturazione tale nelle uve che la polimerizzazione dei tannini ha inizio prima ancora della vendemmia. Di contro, la vicina presenza del mare, come spiegava lo stesso Tachis, regola il caldo eccessivo stabilizzando il clima e, ci verrebbe da aggiungere, regalando quella straordinaria sapidità marina tipica dei vini di questa terra.
Attualmente, sessantacinque ettari di tenute sono impiantati a vite, prevalentemente carignano, a cui fanno da compagne le cultivar francesi – cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e syrah – e le varietà a bacca bianca necessarie per la produzione in bianco – vermentino e chardonnay.
La cantina si appoggia per la produzione dei propri vini alla Cantina Sociale di Santadi, i cui locali produttivi sono poco distanti dalle tenute Agricola Punica. Il primo vino ad esser prodotto fu, con la vendemmia 2002, il Barrua, etichetta di punta dell’azienda e fiore all’occhiello della produzione enologia isolana, del quale nel 2016, con l’annata 2012, si è festeggiato il decennale. Poco tempo dopo seguì il Montessu, rosso meno strutturato ma di grande personalità, capace di regalare grandi emozioni con il trascorrere degli anni, se fatto affinare con cura. Ultima etichetta prodotta dall’azienda è stata il Samas, bianco fresco e minerale, di grande finezza, evoluto esclusivamente in contenitori di acciaio.