Alba e Spanedda
Alba e Spanedda è una piccola realtà vitivinicola nata a cavallo del nuovo millennio dalla passione e dall’impegno di Sebastiano Alba e Tonino Spanedda, due amici che tra le viti del Coros hanno scoperto una comune passione: quella per la produzione del vino, in particolare per i rossi da cagnulari, vitigno smaccatamente sassarese, capace di vini di grande personalità, colore, tannino e potenziale evolutivo!
Alba e Spanedda è una piccola realtà vitivinicola nata a cavallo del nuovo millennio dalla passione e dall’impegno di Sebastiano Alba e Tonino Spanedda, due amici che tra le viti del Coros hanno scoperto una comune passione: quella per la produzione del vino.
Come racconta lo stesso Sebastiano, Alba e Spanedda è un progetto nato quasi per gioco, intorno al 1998, quando i due fondatori non possedevano neanche un grappolo d’uva proprio ma, acquistandola da piccoli viticoltori della zona, si divertivano a vinificare. Da questo hobby, i primi vigneti acquistati e, nel 2005, la nascita vera e propria della cantina. Una cantina che ha deciso di puntare sulle nuove leve, quelle fresche di diploma, come Daniele Manca, enologo sassarese neanche quarantenne formatosi nella scuola di San Michele all’Adige – al momento in forze anche a Fradiles e a Il Nuraghe di Mogoro. Una cantina che ha deciso di puntare su un territorio particolare, costituito da un dolce sistema di colline calcaree tra Sassari e Alghero, capace di regalare grandi vini, sia bianchi sia rossi, e su un vitigno in particolare, il cagnulari, la più tipica ed autentica delle cultivar a bacca rossa del sassarese, che tra le argille calcaree del Coros ha trovato il suo terreno d’elezione.
Questo vitigno, un tempo assai diffuso, abbandonato intorno agli anni Cinquanta, ha attirato negli anni Sessanta l’interesse di un vigneron di Usini, Giovanni “Billia” Cherchi, che caparbiamente ha deciso di impegnarsi nella sua produzione e valorizzazione, al punto di imporlo al mercato enologico sardo e non solo quale vitigno di grande valore, per via della sua spiccata personalità, della sua carica cromatica e polifenolica, per via della sua predisposizione a discreti invecchiamenti.
Gli stessi motivi per cui Alba e Spanedda ha scommesso sul cagnulari, dedicando tre etichette su cinque a questo vitigno, tra cui quella di punta, Dedola, e quella per certi versi più ricercata, Rombo di Tuono, vino dedicato da due sassaresi ad un cagliaritano d’adozione, Gigi Riva, maglia numero dieci del Cagliari Calcio ai tempi dello scudetto (1969/1970).
Al momento, la cantina produce esclusivamente dalle uve dei vigneti di proprietà, circa sette ettari di cui tre in produzione, collocati tra i comuni di Ossi ed i Usini. Si tratta per lo più di appezzamenti di nuovo impianto, tra i quali però spiccano un vigneto di sessant’anni ed uno addirittura di cento anni. Le viti sono allevate per un buon 70% ad alberello, e per il restante a controspalliera con potatura a guyot, con rese comprese tra i quaranta ed i sessanta quintali per ettaro a seconda del sistema. La produzione si aggira sulle trentamila bottiglie all’anno: piccole quantità, che fanno di Alba e Spanedda una cantina volta ad un mercato di nicchia.